"Rebus" è il quarto lavoro dell'artista Toscano Emiliano Valente in arte Ru Fus. Sei tracce grezze, dal suono secco che scalfiscono l'atmosfera come avevano già iniziato a fare artisti di spicco come Nirvana, Sonic Youth, a cui abbiamo ragione di pensare siano fonte di ispirazione del musicista Ru Fus. Un avvio non troppo scoppiettante con la decisa "Deadly River" segna il passo e apre la pista ad un proseguo più deciso e convincente con la melodica "Highway", dove innesti cristallini ottenuti per mezzo di una chitarra acustica regalano emozioni a profusione, un brano semplice ma dritto al punto. "Rebus" che prende il nome dall'album è l'essenza di tutto il progetto, un brano dove Ru Fus centra tutta la sua vena Alternative Noise, inserendo spunti grunge che rendono il disco, nudo e crudo, senza troppi fronzoli o effetti alla base. "Rodeo", la traccia che segue è un pò la fotocopia di "Highway" dove lo schema è disegnato da chitarre e voce, niente di più ma il sound che si ottiene genera una corporatura sonora interessante. Linee più malinconiche e decisamente più leggere si incontrano con la penultima traccia strumentale di "SpitMilk Generation", ma Emiliano ha intenzione di chiudere il sipario lasciando un segno indelebile e al cardiopalmo con la bella ed energica "Vanish Point". Un disco per metà acustico e per metà elettrico, un buon compromesso per afferrare una sfera di gusti più varia. Il sound con questo quarto lavoro è maturo come maturo è il musicista che ha creato il progetto. Un album umile, semplice e di facile ascolto, essenziale e soprattutto piacevole all'ascolto.
Trio di Torino che muove i primi passi nella musica a partire dal 2013 sotto il nome di Bleeding Jasmine tradotto letteralmente in “gelsomino sanguinante”. La band italiana propone un tipo di musica che spazia dal rock psichedelico al progressive rock fino alla New Wave cercando di emulare formazioni note come Pink Floyd, Radiohead, Porcupine Tree e Joy Division. Cinque tracce che compongono il nuovo lavoro titolato "Breath After The apnoea" un albunm di debutto dal sapore ridondante e molto melodico, grazie ad sezione di chitarre dal suono cristallino. Le atmosfere che i ragazzi riescono a creare sono davvero suggestive merito di una scelta di suoni accurata. Un viaggio dalla durata breve solamente venti minuti, dove si raggiungono picchi di intensità che rendono il il sound generale bello corposo e grezzo come nella bella "Lights From The Underground". Una voce piacevolmente grottesca si fà spazio su sonorità psichedeliche nella traccia "The Little Black Boy (part III)", mentre "Chains Untill Dawn (reprise)", la traccia che chiude l'album sancisce in maniera definitiva la maturazione tecnica dei singoli musicisti proponendo un brano preciso e dagli spunti tecnici. "Breath After The apnoea" è un buon avvio per una band che nonostante abbia solo quattro anni sembra avere le idee chiare su cosa fare da grande!! Veronica Howle nasce artisticamente nel 2015 quando decide di intraprendere la carriera solista avvalendosi dell'aiuto di alcuni musicisti. La sua carriera musicale, inizia calcando diversi palchi, condividendoli anche con band di spessore come i Destrage e Butcher Babies, e continuando a scrivere nuove canzoni, che andranno a comporre l'album di debutto. "1.0" è il debutto di Veronika, tendenzialmente un ibrido tra rock duro e metal con interessanti spunti crossover. L'Ep contiene quattro tracce per una durata complessiva di circa venti minuti. La Open track "Ego" ci dà subito l'idea di quello che è il progetto, un'esplosione di adrenalina spalmata su chitarre graffianti. "Rose and Mike" ci regala emozioni più melodiche scaldate da una sezione ritmica corposa e dalle figure tecniche. Arriviamo alla parte centrale del prodotto con la traccia "Proud", dove la melodia è ancora più accentuata per mezzo di una chitarra dalle intenzioni cristalline, regalando così, complice una bella combinazione di doppie voci, un'atmosfera tristemente malinconica e decisa. "Burattinaio" l'unica traccia in Italiano, chiude questo debutto di Veronika Un brano dove le prime battute melodiche lasciano spazio ad un sound più grezzo e caloroso. Un debutto interessante dove la maturità artistica di Veronika è messa bene appunto in queste quattro tracce il cui sound ben curato gli dà il giusto merito. Avanti così che la strada è quella giusta! Cinque ragazzi che decidono di unire le prorpie menti musicali allenate da esperienze diverse per dare vita ad un progeto Rap-Core chiamato "Misantrophia". Siamo nel 2015, dunque un progetto recente con il quale la band otterrà un contratto discografico con l'etichetta indipendente FIL1933 per la pubblicazione di "Memento Mori" nel 2016. In queste nove tracce si possono assaporare diversi generi musicali, si và dal rap al punk-hardcore, allo stoner, al new metal, tutto rigorosamente in Italiano. Un bel concentrato di adrenaliana esplosiva spalmata su tutto il cd, dove muri di chitarra si vanno a contrapporre ad una sezione ritmica facile, lineare ma di efficace impatto. Il sound corposo scalda l'atmosfera fino ad arrivare a temperature bollenti con la traccia "La Regina", poi un piccolo sipario melodico con il brano "Black Dahlia" dove passaggi puliti si vanno ad intrecciare a ritmi più aggressivi, ma è solo un piccolo barlume di luce intensa perchè i Misantrophia sono passione e distruzione tutto testimoniato nei restanti tre brani che vanno a chiudere "Memento Mori" la cui linea vocale sottolinea la "cattiveria" con cui la band urla al mondo interno i loro pensieri. Bella prova per questi ragazzi giovani, ma già esperti della scena underground. |
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Dicembre 2017
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