"Rebus" è il quarto lavoro dell'artista Toscano Emiliano Valente in arte Ru Fus. Sei tracce grezze, dal suono secco che scalfiscono l'atmosfera come avevano già iniziato a fare artisti di spicco come Nirvana, Sonic Youth, a cui abbiamo ragione di pensare siano fonte di ispirazione del musicista Ru Fus. Un avvio non troppo scoppiettante con la decisa "Deadly River" segna il passo e apre la pista ad un proseguo più deciso e convincente con la melodica "Highway", dove innesti cristallini ottenuti per mezzo di una chitarra acustica regalano emozioni a profusione, un brano semplice ma dritto al punto. "Rebus" che prende il nome dall'album è l'essenza di tutto il progetto, un brano dove Ru Fus centra tutta la sua vena Alternative Noise, inserendo spunti grunge che rendono il disco, nudo e crudo, senza troppi fronzoli o effetti alla base. "Rodeo", la traccia che segue è un pò la fotocopia di "Highway" dove lo schema è disegnato da chitarre e voce, niente di più ma il sound che si ottiene genera una corporatura sonora interessante. Linee più malinconiche e decisamente più leggere si incontrano con la penultima traccia strumentale di "SpitMilk Generation", ma Emiliano ha intenzione di chiudere il sipario lasciando un segno indelebile e al cardiopalmo con la bella ed energica "Vanish Point". Un disco per metà acustico e per metà elettrico, un buon compromesso per afferrare una sfera di gusti più varia. Il sound con questo quarto lavoro è maturo come maturo è il musicista che ha creato il progetto. Un album umile, semplice e di facile ascolto, essenziale e soprattutto piacevole all'ascolto.