Non capita spesso di ascoltare lavori di pura finezza che regalano momenti emozionanti elevati alla massima potenza. Spesso andiamo incontro a melodie e testi dove regna lo scontato .
Vi posso garantire che non è assolutamente il caso del nuovo lavoro di Alberto Bettin dal titolo L'Impossibile, l'imprevedibile.
Alberto affina il proprio talento musicale al conservatorio di Venezia quando aveva ancora tredici anni per poi perfezionare in maniera egregia la sua vena musicale alla Colgate University (New York) approfondendo gli studi di pianoforte nel ramo del jazz.
L'Impossibile, l'imprevedibile, quarantasei minuti di piacere, spalmati su undici brani dove spesso la malinconia che si avverte ascoltando alcune delle tracce sono in realtà un piacevole inno alla bella melodia che una tastiera di pianoforte grazie all'abilità di Alberto riesce a generare.
Alberto in questo album ha cercate di accontentare tutti i tipi di palato fine proponendo sonorità più accentuate con la bella L'Italiano di Ferro, dove il testo profondo e per niente banale fà davvero pensare.
L'andamento ondulatorio che Bettin ha dato a questo disco tiene alto e vivo l'ascolto portando l'ascoltatore ad una inevitabile curiosità su cosa succederà di bello brano dopo brano ed ecco che si arriva a La donna che sarei, Nonostante, Le luminarie, dove la curva ritmica si abbassa per tornare a momenti dove una luce soffusa e un buon bicchiere di vino rosso davanti ad un camino sarebbe l'atmosfera giusta per gustarsi questo album bello e originale.
Potremmo stare a parlare ancora molto ma, se abbiamo stuzzicato la vostra curiosità noi il nostro lo abbiamo fatto.
Adesso fate voi il vostro andatevi ad ascoltare l'Imprevedibile, l'inevitabile di Alberto Bettin.
Vi posso garantire che non è assolutamente il caso del nuovo lavoro di Alberto Bettin dal titolo L'Impossibile, l'imprevedibile.
Alberto affina il proprio talento musicale al conservatorio di Venezia quando aveva ancora tredici anni per poi perfezionare in maniera egregia la sua vena musicale alla Colgate University (New York) approfondendo gli studi di pianoforte nel ramo del jazz.
L'Impossibile, l'imprevedibile, quarantasei minuti di piacere, spalmati su undici brani dove spesso la malinconia che si avverte ascoltando alcune delle tracce sono in realtà un piacevole inno alla bella melodia che una tastiera di pianoforte grazie all'abilità di Alberto riesce a generare.
Alberto in questo album ha cercate di accontentare tutti i tipi di palato fine proponendo sonorità più accentuate con la bella L'Italiano di Ferro, dove il testo profondo e per niente banale fà davvero pensare.
L'andamento ondulatorio che Bettin ha dato a questo disco tiene alto e vivo l'ascolto portando l'ascoltatore ad una inevitabile curiosità su cosa succederà di bello brano dopo brano ed ecco che si arriva a La donna che sarei, Nonostante, Le luminarie, dove la curva ritmica si abbassa per tornare a momenti dove una luce soffusa e un buon bicchiere di vino rosso davanti ad un camino sarebbe l'atmosfera giusta per gustarsi questo album bello e originale.
Potremmo stare a parlare ancora molto ma, se abbiamo stuzzicato la vostra curiosità noi il nostro lo abbiamo fatto.
Adesso fate voi il vostro andatevi ad ascoltare l'Imprevedibile, l'inevitabile di Alberto Bettin.