Romanacci doc, i La Griffe tornano prepotenti alla ribalta con Hypno-Pop, EP d'esordio in cui il concept musicale cambia rispetto al passato progetto dei Controverso così come la composizione della band stessa. Al duo Vinciguerra-Perticaroli si affianca infatti in collaborazione stabile la figura di Max Stanzione, dj/producer che attraverso la sua esperienza in campo di sequencer e synthetizer rende la formazione ancora più aggressiva e trasgressiva nell'approccio alla (de)costruzione del pop moderno. Il disco si presenta decisamente innovativo attraverso sonorità più vicine alla techno, all'electrohouse e al dubstep, segno di un restyling determinante da parte di un gruppo che dimostra forza e coraggio scegliendo di rinascere sotto nuova veste, sorprendere, sorprendersi e mettersi in gioco. EP d'impatto, ottimo lavoro.
Formazione a tre proveniente da Roma che sotto il nome di Hurz pubblica l'omonimo lavoro sotto la supervisione della Le Mat Records. Hurz rievoca un sound Ambient-Ritual, un progetto particolare e insolito ma non per questo da scartare, anzi il coraggio che questi ragazzi hanno dimostrato nel proporre un genere come questo è ammirevole e degno di nota. Suoni campionati e synth sono il motore primario, la struttura portante di tutto il progetto che si articola in sette brani. Si parte con le prime due tracce della durata rispettivamente di undici e quattordici minuti " Il Nodo" con una particolare sezione di chitarre pulite e "San Giorgio e Il Drago", dove atmosfere ridondanti sostengono una linea vocale, parlata che si intreccia perfettamente con una piacevole accozzaglia ben pensata di suoni. Hurz non è musica come siete abituati a sentirla, ma è semplicemente un progetto originale, una sorta di sperimentazione per testare fino a quanto lo spirito creativo e la mente umana riesce a spingersi. I tre ragazzi romani ne sono un buon esempio. Ascoltateli e magari vi piaceranno anche. Neil inizia la sua attività di musicista in età precoce (14 anni) scrivendo brani con testi in Inglese per poi dare vita alle prime formazioni fondando nel 2004 gli Hope Leaves con il quale incide due anni un Demo e un album nel 2011 "Till the rainbow starts to shine" (Nerdsound Record). Poco dopo la band si scioglie e Neil decide di intraprendere la strada solista e via garage Records incide nel 2013 l'album "Apart". "Apart" avrà poi un seguito nel 2014 questa volta però sotto l'ala della "Seahorse Recordings", un progetto pensato come solista ma che vede poi l'incontro di Andrea (batteria) e Ake (basso) i quali prenderanno parte anche loro al progetto. Nasce così Black Flowers album ispirato allo “spleen et idéal” contenuto nei Fiori del Male di Baudelaire, undici brani dalle sonorità leggere che si lasciano apprezzare man mano che si procede nell'ascolto, non certo un Alternative Rock energico e crudo ma le atmosfere che si vengono a creare rendono unico e particolare questo nuovo lavoro. Chitarre chiare e riff di pianoforte vengono sostenute da una voce femminile che dà una bella mano a Neil, arrivando così ad ottenere ballate melodiche come la bella Promise che lasciano spazio anche a tracce dal ritmo più sostenuto "Not A Love Song" e quella di chiusura "Spleen II" dove l'uso leggero di chitarre ruvide riesce a dare maggiore spinta a tutto il progetto. Neil con questo nuovo lavoro ha fatto sicuramente centro confermando quello che di buono ha realizzato fino ad ora. Vi consigliamo di dare un ascolto a questo prodotto specie per chi è alla ricerca di suoni freschi e originali. Uno stoner grunge rock, devastante, spalmato a regola d'arte per dodici brani, la cui adrenalina è palpabile fin dalle prime battute. Le chitarre riescono a graffiare il suono come farebbero le mani di X-men su una lamina di ferro, ed a rincarare la dose entra in gioco una sezione ritmica che certo non fà le acrobazie, ma pesta e pesta forte senza troppi complimenti. Adesso che mi sono fermato a prendere fiato vi dirò anche che stiamo parlando del nuovo lavoro di "Ru Fus", dal titolo "In Fabula" (Ghost Label Record). Questo nuovo lavoro, il terzo, si destreggia in maniera disarmante tra melodie ruvide e momenti più melodici. Non starò certo ad elencare i brani più o meno meritevoli perchè che ci crediate o no, sono tutti meritevoli, anche la traccia titolata "Pacciani", crediamo una sorta di tributo almaniaco delle coppiette di Firenze. La voce di Emiliano Valente, questo il nome che si cela dietro il moniker Ru Fus, riesce a scaldare il cd rendendolo aggressivo e incazzoso, quanto basta. Ubriacatevi, fumatevi una bella canna e poi ascoltatevi "In Fabula" e tanti auguri. |
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Dicembre 2017
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