I The Buskers sono cinque ragazzi di Brescia attivi dal 2010 che suonano punk rock. Lo contaminano con lo ska e con il reggae e prendono ispirazione dai gruppi che in Italia e all’estero hanno fatto la storia del genere. Ritmiche veloci, a tratti ossessive, voci stridenti, tanto volume e troppo Campari contraddistinguono le composizione della band. Dopo un primo lavoro omonimo pubblicato nel 2014 e molti concerti, i The Buskers si dedicano alla realizzazione del nuovo album. “TRONCO”, seconda prova discografica della formazione bresciana, uscita il 24 marzo 2017 per La M.U.O.R.I. Dischi (distr. digitale Artist First, distr. fisica Self, promo. IndieBox Music).
“FIATO” è il titolo del nuovo singolo dei THE BUSKERS, primo estratto e prima anticipazione di “TRONCO”. E’ una canzone liberatoria con la quale la band esorcizza le frustrazioni, le fatiche e le delusioni che ogni giorno tolgono il fiato. “Fiato” è un urlo di Munch in chiave punk rock, meno tragico ma non senza drammaticità. Il dramma è l’essere schiavi della proprio quotidianità e “Fiato” è il basta tra le note della musica, è l’evasione che ognuno deve trovare per realizzarsi e per darsi un senso.
01.Com'è nata la scelta del nome?
È stata una scelta abbastanza istintiva, quando ci siamo trovati a doverci dare un nome, tra quelli proposti Zeta (Alberto) lanciò “The Buskers”. Perché? Quel giorno stava ascoltando “Hats off to the Buskers” dei “The View”, band scozzese che al tempo di questo disco avevano 20 anni scarsi, e non riusciva a toglierseli dalla testa. Una volta proposto agli altri ebbe un consenso assoluto. E da lì siamo i “The Buskers”.
02.Come nasce un brano?
I nostri pezzi nascono così: a differenza di molti altri gruppi nei quali c’è un solo componente che scrive i pezzi (o la maggior parte di essi), noi partendo da un giro di basso o un giro di chitarra, costruiamo una base musicale, creiamo la melodia e tutti insieme, chi più e chi meno, troviamo un tema che ci piace e scriviamo il testo. Chi ci mette un riff di chitarra, chi una rullata e chi la parola giusta, alla fine di tutto abbiamo la canzone fatta e completa.
03.Siete soddisfatti del vostro lavoro?
Ovviamente sì, è stato un lavoro lungo che ci ha portato via parecchie notti insonni e serate chiusi in studio ma alla fine è stato totalmente soddisfacente. Anzi, nonostante ciò abbiamo già in mente qualche nuovo pezzo.
04.Che cosa avreste voluto cambiare?
Sinceramente niente. È stato un lavoro ponderato ed è stato sufficiente per esprimere tutto quello che abbiamo da dire, per ora!
05.Dateci un vostro parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
La scena indipendente italiana sta attraversando un momento di transizione: da una musica “ricercata” e di nicchia, ad un fenomeno ormai popolare. Dal canto nostro, siamo consapevoli che nonostante questo andamento il genere a quale facciamo riferimento non stia attraversando un momento felice come lo è stato per esempio alla fine degli anni 90’ e ai primi anni 2000. Tutto questo permette però di creare una vera e propria scena, puntando a creare un pubblico consapevole di quello che va ad ascoltare. Esempi sono i nuovi lavori di Cattive Abitudini e Derozer, per citarne alcuni che contribuiscono ad evitare “l’estinzione della specie”.
06.Concerti dal vivo in programma?
Estate ed autunno saranno pieni di occasioni per portare la nostra musica a più orecchie possibili. 07.Vi frequentate anche al di fuori del contesto "THE BUSKERS "?
Le occasioni per vedersi sono poche, oltre a due prove purtroppo riusciamo a vederci solamente per 3/4 aperitivi a settimana.
08.Con chi vi piacerebbe andare in tour?
I Modà a San Siro sono nel nostro mirino. Scherzi a parte, principalmente con i gruppi italiani che hanno influenzato la nostra musica come Punkreas e Derozer, e meno influenti ma ormai nelle nostre orecchie quotidianamente i nostri concittadini “Endrigo merda”. Sognando più in grande ovviamente con i maggiori rappresentanti della scena americana, come Nofx, Rancid, Less than Jake e via dicendo.
09.In definitva che cosa farete da grandi?
Vorremmo tanto fucilare Paolo Mayer (il batterista), ma non essendo possibile ci piacerebbe tanto portare avanti i progetti musicali (oltre al nostro), e quelli discografici attraverso la nostra etichetta “La M.U.O.R.I. Dischi”.
10.L'ultima parola a voi.
La nostra ultima parola la vogliamo spendere per ringraziare tutte le persone che ci seguono e ci vogliono bene dall’inizio quando venivano a sentirci nella stanzetta dell’oratorio e che, ancora oggi, ci sono vicino fisicamente ed emotivamente. Speriamo che tutto il sudore che abbiamo messo nell’album ci continui a dare modo di portare sudore sul palco, perché è quello che ci viene meglio e che ci piace.
“FIATO” è il titolo del nuovo singolo dei THE BUSKERS, primo estratto e prima anticipazione di “TRONCO”. E’ una canzone liberatoria con la quale la band esorcizza le frustrazioni, le fatiche e le delusioni che ogni giorno tolgono il fiato. “Fiato” è un urlo di Munch in chiave punk rock, meno tragico ma non senza drammaticità. Il dramma è l’essere schiavi della proprio quotidianità e “Fiato” è il basta tra le note della musica, è l’evasione che ognuno deve trovare per realizzarsi e per darsi un senso.
01.Com'è nata la scelta del nome?
È stata una scelta abbastanza istintiva, quando ci siamo trovati a doverci dare un nome, tra quelli proposti Zeta (Alberto) lanciò “The Buskers”. Perché? Quel giorno stava ascoltando “Hats off to the Buskers” dei “The View”, band scozzese che al tempo di questo disco avevano 20 anni scarsi, e non riusciva a toglierseli dalla testa. Una volta proposto agli altri ebbe un consenso assoluto. E da lì siamo i “The Buskers”.
02.Come nasce un brano?
I nostri pezzi nascono così: a differenza di molti altri gruppi nei quali c’è un solo componente che scrive i pezzi (o la maggior parte di essi), noi partendo da un giro di basso o un giro di chitarra, costruiamo una base musicale, creiamo la melodia e tutti insieme, chi più e chi meno, troviamo un tema che ci piace e scriviamo il testo. Chi ci mette un riff di chitarra, chi una rullata e chi la parola giusta, alla fine di tutto abbiamo la canzone fatta e completa.
03.Siete soddisfatti del vostro lavoro?
Ovviamente sì, è stato un lavoro lungo che ci ha portato via parecchie notti insonni e serate chiusi in studio ma alla fine è stato totalmente soddisfacente. Anzi, nonostante ciò abbiamo già in mente qualche nuovo pezzo.
04.Che cosa avreste voluto cambiare?
Sinceramente niente. È stato un lavoro ponderato ed è stato sufficiente per esprimere tutto quello che abbiamo da dire, per ora!
05.Dateci un vostro parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
La scena indipendente italiana sta attraversando un momento di transizione: da una musica “ricercata” e di nicchia, ad un fenomeno ormai popolare. Dal canto nostro, siamo consapevoli che nonostante questo andamento il genere a quale facciamo riferimento non stia attraversando un momento felice come lo è stato per esempio alla fine degli anni 90’ e ai primi anni 2000. Tutto questo permette però di creare una vera e propria scena, puntando a creare un pubblico consapevole di quello che va ad ascoltare. Esempi sono i nuovi lavori di Cattive Abitudini e Derozer, per citarne alcuni che contribuiscono ad evitare “l’estinzione della specie”.
06.Concerti dal vivo in programma?
Estate ed autunno saranno pieni di occasioni per portare la nostra musica a più orecchie possibili. 07.Vi frequentate anche al di fuori del contesto "THE BUSKERS "?
Le occasioni per vedersi sono poche, oltre a due prove purtroppo riusciamo a vederci solamente per 3/4 aperitivi a settimana.
08.Con chi vi piacerebbe andare in tour?
I Modà a San Siro sono nel nostro mirino. Scherzi a parte, principalmente con i gruppi italiani che hanno influenzato la nostra musica come Punkreas e Derozer, e meno influenti ma ormai nelle nostre orecchie quotidianamente i nostri concittadini “Endrigo merda”. Sognando più in grande ovviamente con i maggiori rappresentanti della scena americana, come Nofx, Rancid, Less than Jake e via dicendo.
09.In definitva che cosa farete da grandi?
Vorremmo tanto fucilare Paolo Mayer (il batterista), ma non essendo possibile ci piacerebbe tanto portare avanti i progetti musicali (oltre al nostro), e quelli discografici attraverso la nostra etichetta “La M.U.O.R.I. Dischi”.
10.L'ultima parola a voi.
La nostra ultima parola la vogliamo spendere per ringraziare tutte le persone che ci seguono e ci vogliono bene dall’inizio quando venivano a sentirci nella stanzetta dell’oratorio e che, ancora oggi, ci sono vicino fisicamente ed emotivamente. Speriamo che tutto il sudore che abbiamo messo nell’album ci continui a dare modo di portare sudore sul palco, perché è quello che ci viene meglio e che ci piace.