01. Com'è nata la scelta del nome?
FUNK NORRIS: E’ merito del nostro bassista, è lui ad aver partorito il nome della band. Eravamo nella nostra sala prove, la sera in cui abbiamo fondato la band e, dopo aver veramente tirato fuori un gran numero di ipotetici nomi, è lui che si è alzato dalla sedia ed ha esclamato “chiamiamoci Yattafunk”. Credo di aver riso con le lacrime agli occhi per cinque abbondanti minuti cosi come il resto della band e questo ha decretato il suo come nome vincente. Ha a che fare con il famoso anime giapponese Yattaman? Certo! Come per i nostri nomi d’arte volevamo che comunque la parola funk apparisse anche nel nome della band.
02. Come nasce un brano?
FUNK NORRIS: I brani nascono sempre da un riff di chitarra o di basso e continuiamo poi scrivendo insieme tutto lo scheletro della traccia, soprattutto prentendo spunto da alcune jam tra di noi. Poi ognuno si occupa dell’arrangiamento per il proprio strumento, accettando e considerando anche i pareri degli altri membri della band. Fortunatamente la maggior parte di noi è polistrumentista, accostando questo aspetto al fatto che veniamo tutti e quattro da altrettanti background musicali decisamente differenti, ecco spiegata la follia dei brani targati Yattafunk. E’ solo alla fine però che costruisco le liriche per la voce e scrivo i testi.
03. Siete soddisfatti del vostro lavoro?
ARNOLD FUNKENEGGER: Siamo piuttosto soddisfatti del risultato ottenuto, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di un lavoro sviluppato in maniera spontanea, fondamentalmente dalle jam in saletta. Questo ci lascia anche aperte una serie di opportunità nell'evoluzione del sound in futuro, per cui, se è vero che siamo orgogliosi dell'album, siamo anche molto eccitati nel vedere cosa ci riserverà il futuro.
04. Che cosa avreste voluto cambiare?
FUNK NORRIS: Per quanto riguarda la line-up, il genere proposto e la scelta dell’etichetta, non cambierei nulla. E’ accaduto tutto molto velocemente è vero. Gli Yattafunk esistono dal 2014 ma erano ancora un semplice side-project per tutti i componenti, è solo da metà 2015 che è diventato il progetto principale. Abbiamo terminato le registrazioni a febbraio 2016 e ad aprile avevamo già firmato con la Ghost Label Record che ci ha permesso di far uscire subito “Yattafunk Sucks”, credendo immediatamente nella proposta. A giudicare da qualche recensione, non tutti però hanno compreso la motivazione per cui il disco è stato volutamente registrato in questo modo. Volevamo evitare di suonare esattamente come la maggior parte delle band al primo disco. I trigger, l’abuso di Melodyne, Autotune, le sistemazioni maniacali che vengono fatte tra una nota e l’altra, i vari re-amp e tutto quello che viene fatto oggi per presentare un prodotto di qualità, è vero, funziona, ma non esiste differenza di sound tra un disco e un altro la maggior parte delle volte. Volevamo dare l’idea di una band metal teletrasportata negli anni ’70. Cosa e come si registrava all’epoca? Bene, abbiamo voluto riproporre questo tipo di idea. Per alcuni old schoolers è stata un’idea eccellente, per altri qualcosa che era meglio evitare.
05. Dateci un vostro parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
FUNK TRAVOLTA: Mi capita spesso di ascoltare musica di gruppi indipendenti e non si sa per quale motivo, o forse potrei saperlo eccome, riesco sempre ad esaltarmi il doppio! Accendere la radio e sorbirsi quello che passa è veramente uno strazio! Non riesco mai a trovare nulla che non sia la solita pasta, ottima per fare soldi secondo la regola del finchè dura fa verdura, ma orripilante all'orecchio di un appassionato di musica. Nella musica indipendente questo, almeno la maggior parte delle volte, non succede: in gran parte dei casi ci sono band anche molto giovani, che magari sono poco seguite è vero, ma che comunque fanno quello che gli viene da dentro e per questo non risultano macchine da esecuzione programmata, ma vere band che trascinano. Il rock è nato e cresciuto proprio con questa idea di trascinare, di trasportare e di far esplodere le emozioni. Le poesie preconfezionate hanno stufato! Diamo spazio quindi a questi ragazzi che hanno le idee chiare, facciamoli suonare di più, eleviamo il livello musicale grazie alla musica indipendente, che sicuramente ha tanto da offrire!
06. Concerti dal vivo in programma?
FUNK NORRIS: Abbiamo già fatto parecchie date, adesso siamo in contatto con alcune realtà per cercare di suonare in qualche festival estivo. Per rimanere sempre aggiornati è sufficiente cercare gli Yattafunk su Facebook, la pagina viene aggiornata regolarmente.
07. Vi frequentate anche al di fuori del contesto "Yattafunk"?
FUNK SPENCER: Gli Yattafunk hanno groove anche nella vita privata, siamo diventati una grande famiglia, la YattaFamily, non ci accomuna soltanto la musica, passione che ci ha permesso di condividere moltissime cose, ma anche gli svaghi, le cose che più ci piacciono e, purtroppo ma ovviamente, anche i problemi della nostra generazione. Yattafunk è diventato per noi uno stile di vita, che cammina di pari passo con la vita privata ed è impensabile ormai scindere le due cose, posso tranquillamente dire che una permette all'altra di andare avanti.
08. Con chi vi piacerebbe andare in tour?
FUNK NORRIS: Ah, questa è una domanda a cui amo sempre rispondere. Vista la proposta mi sembra infattibile condividere il palco con le realtà dell’alternative metal o comunque con chi propone generi decisamente più moderni. Sarebbe strepitoso aprire un concerto degli Extrema del grande Tommy Massara e Gianluca Perotti o magari degli A Perfect Day di Alessandro Bissa e Roberto Tiranti, per quanto riguarda i nomi italiani. Per i grandi nomi stranieri, se dobbiamo sognare, il top sarebbe aprire ai Deep Purple o condivedere lo stage con Blaze Bayley, Mark Farner, gli Infectious Grooves, Glenn Hughes o gli Steel Panther. Si questi ultimi fanno un genere diverso dal nostro ma ci accomuna il fatto di essere un pò crazy, no? D’altronde noi abbiamo scritto Squirtnado.
09. In definitva che cosa farete da grandi?
FUNK NORRIS: Continuiamo con i sogni? Ok. Da grandi saremo così famosi da poter finalmente vivere dignitosamente di musica. Ogni anno fermeremo l’attività per un paio di mesi per andare in giro per tutta Italia a cercare nei garage e nelle sale prove di tutta la penisola band nascoste e sconosciute da produrre e da portare in tour con noi per poi ricominciare con la stesura dei brani, nuovo album, prima parte del tour, talent scouting e seconda parte del tour. E così ancora e ancora e ancora fino all’ultimo giorno concesso agli Yattafunk.
10. L'ultima parola a voi.
FUNK SPENCER: Gli Yattafunk sono come un videogioco, ad ogni quadro superato si apre poi un mondo fantastico ma senza dover arrivare per forza allo scontro con il boss finale. A quello ci pensiamo noi!
FUNK TRAVOLTA: Come ho già detto prima, andate ad ascoltare le band emergenti dal vivo, valorizzate la musica indipendente e se volete dell'ottimo rock, venite pure ai nostri concerti!
ARNOLD FUNKENEGGER: Ascoltate l'album, veniteci a vedere live. La nostra attitudine festosa e divertente non vi lascerà indifferenti. E siate pronti per il prossimo album, che sarà più grosso, più lungo e più duro! Rock n' roll!
Yattafunk is:
FUNK NORRIS (Gabriele Mangano) – voce/chitarra
ARNOLD FUNKENEGGER (Ilario Mangano) – chitarra
FUNK TRAVOLTA (Francesco Proietti) – batteria
FUNK SPENCER (Andrea Proietti) - basso
FUNK NORRIS: E’ merito del nostro bassista, è lui ad aver partorito il nome della band. Eravamo nella nostra sala prove, la sera in cui abbiamo fondato la band e, dopo aver veramente tirato fuori un gran numero di ipotetici nomi, è lui che si è alzato dalla sedia ed ha esclamato “chiamiamoci Yattafunk”. Credo di aver riso con le lacrime agli occhi per cinque abbondanti minuti cosi come il resto della band e questo ha decretato il suo come nome vincente. Ha a che fare con il famoso anime giapponese Yattaman? Certo! Come per i nostri nomi d’arte volevamo che comunque la parola funk apparisse anche nel nome della band.
02. Come nasce un brano?
FUNK NORRIS: I brani nascono sempre da un riff di chitarra o di basso e continuiamo poi scrivendo insieme tutto lo scheletro della traccia, soprattutto prentendo spunto da alcune jam tra di noi. Poi ognuno si occupa dell’arrangiamento per il proprio strumento, accettando e considerando anche i pareri degli altri membri della band. Fortunatamente la maggior parte di noi è polistrumentista, accostando questo aspetto al fatto che veniamo tutti e quattro da altrettanti background musicali decisamente differenti, ecco spiegata la follia dei brani targati Yattafunk. E’ solo alla fine però che costruisco le liriche per la voce e scrivo i testi.
03. Siete soddisfatti del vostro lavoro?
ARNOLD FUNKENEGGER: Siamo piuttosto soddisfatti del risultato ottenuto, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di un lavoro sviluppato in maniera spontanea, fondamentalmente dalle jam in saletta. Questo ci lascia anche aperte una serie di opportunità nell'evoluzione del sound in futuro, per cui, se è vero che siamo orgogliosi dell'album, siamo anche molto eccitati nel vedere cosa ci riserverà il futuro.
04. Che cosa avreste voluto cambiare?
FUNK NORRIS: Per quanto riguarda la line-up, il genere proposto e la scelta dell’etichetta, non cambierei nulla. E’ accaduto tutto molto velocemente è vero. Gli Yattafunk esistono dal 2014 ma erano ancora un semplice side-project per tutti i componenti, è solo da metà 2015 che è diventato il progetto principale. Abbiamo terminato le registrazioni a febbraio 2016 e ad aprile avevamo già firmato con la Ghost Label Record che ci ha permesso di far uscire subito “Yattafunk Sucks”, credendo immediatamente nella proposta. A giudicare da qualche recensione, non tutti però hanno compreso la motivazione per cui il disco è stato volutamente registrato in questo modo. Volevamo evitare di suonare esattamente come la maggior parte delle band al primo disco. I trigger, l’abuso di Melodyne, Autotune, le sistemazioni maniacali che vengono fatte tra una nota e l’altra, i vari re-amp e tutto quello che viene fatto oggi per presentare un prodotto di qualità, è vero, funziona, ma non esiste differenza di sound tra un disco e un altro la maggior parte delle volte. Volevamo dare l’idea di una band metal teletrasportata negli anni ’70. Cosa e come si registrava all’epoca? Bene, abbiamo voluto riproporre questo tipo di idea. Per alcuni old schoolers è stata un’idea eccellente, per altri qualcosa che era meglio evitare.
05. Dateci un vostro parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
FUNK TRAVOLTA: Mi capita spesso di ascoltare musica di gruppi indipendenti e non si sa per quale motivo, o forse potrei saperlo eccome, riesco sempre ad esaltarmi il doppio! Accendere la radio e sorbirsi quello che passa è veramente uno strazio! Non riesco mai a trovare nulla che non sia la solita pasta, ottima per fare soldi secondo la regola del finchè dura fa verdura, ma orripilante all'orecchio di un appassionato di musica. Nella musica indipendente questo, almeno la maggior parte delle volte, non succede: in gran parte dei casi ci sono band anche molto giovani, che magari sono poco seguite è vero, ma che comunque fanno quello che gli viene da dentro e per questo non risultano macchine da esecuzione programmata, ma vere band che trascinano. Il rock è nato e cresciuto proprio con questa idea di trascinare, di trasportare e di far esplodere le emozioni. Le poesie preconfezionate hanno stufato! Diamo spazio quindi a questi ragazzi che hanno le idee chiare, facciamoli suonare di più, eleviamo il livello musicale grazie alla musica indipendente, che sicuramente ha tanto da offrire!
06. Concerti dal vivo in programma?
FUNK NORRIS: Abbiamo già fatto parecchie date, adesso siamo in contatto con alcune realtà per cercare di suonare in qualche festival estivo. Per rimanere sempre aggiornati è sufficiente cercare gli Yattafunk su Facebook, la pagina viene aggiornata regolarmente.
07. Vi frequentate anche al di fuori del contesto "Yattafunk"?
FUNK SPENCER: Gli Yattafunk hanno groove anche nella vita privata, siamo diventati una grande famiglia, la YattaFamily, non ci accomuna soltanto la musica, passione che ci ha permesso di condividere moltissime cose, ma anche gli svaghi, le cose che più ci piacciono e, purtroppo ma ovviamente, anche i problemi della nostra generazione. Yattafunk è diventato per noi uno stile di vita, che cammina di pari passo con la vita privata ed è impensabile ormai scindere le due cose, posso tranquillamente dire che una permette all'altra di andare avanti.
08. Con chi vi piacerebbe andare in tour?
FUNK NORRIS: Ah, questa è una domanda a cui amo sempre rispondere. Vista la proposta mi sembra infattibile condividere il palco con le realtà dell’alternative metal o comunque con chi propone generi decisamente più moderni. Sarebbe strepitoso aprire un concerto degli Extrema del grande Tommy Massara e Gianluca Perotti o magari degli A Perfect Day di Alessandro Bissa e Roberto Tiranti, per quanto riguarda i nomi italiani. Per i grandi nomi stranieri, se dobbiamo sognare, il top sarebbe aprire ai Deep Purple o condivedere lo stage con Blaze Bayley, Mark Farner, gli Infectious Grooves, Glenn Hughes o gli Steel Panther. Si questi ultimi fanno un genere diverso dal nostro ma ci accomuna il fatto di essere un pò crazy, no? D’altronde noi abbiamo scritto Squirtnado.
09. In definitva che cosa farete da grandi?
FUNK NORRIS: Continuiamo con i sogni? Ok. Da grandi saremo così famosi da poter finalmente vivere dignitosamente di musica. Ogni anno fermeremo l’attività per un paio di mesi per andare in giro per tutta Italia a cercare nei garage e nelle sale prove di tutta la penisola band nascoste e sconosciute da produrre e da portare in tour con noi per poi ricominciare con la stesura dei brani, nuovo album, prima parte del tour, talent scouting e seconda parte del tour. E così ancora e ancora e ancora fino all’ultimo giorno concesso agli Yattafunk.
10. L'ultima parola a voi.
FUNK SPENCER: Gli Yattafunk sono come un videogioco, ad ogni quadro superato si apre poi un mondo fantastico ma senza dover arrivare per forza allo scontro con il boss finale. A quello ci pensiamo noi!
FUNK TRAVOLTA: Come ho già detto prima, andate ad ascoltare le band emergenti dal vivo, valorizzate la musica indipendente e se volete dell'ottimo rock, venite pure ai nostri concerti!
ARNOLD FUNKENEGGER: Ascoltate l'album, veniteci a vedere live. La nostra attitudine festosa e divertente non vi lascerà indifferenti. E siate pronti per il prossimo album, che sarà più grosso, più lungo e più duro! Rock n' roll!
Yattafunk is:
FUNK NORRIS (Gabriele Mangano) – voce/chitarra
ARNOLD FUNKENEGGER (Ilario Mangano) – chitarra
FUNK TRAVOLTA (Francesco Proietti) – batteria
FUNK SPENCER (Andrea Proietti) - basso