Alessio Franchini e il Circolo dei Baccanali è il nuovoprogetto di Alessio Franchini che debutta per la Seahorse recording con l'album di debutto Alessio Franchini e il Circolo dei Baccanali. Un progetto cantautoriale di prestigio anche per la partecipazione di spicco per la realizzazione del prodotto. Ulteriori dettagli all'interno di questa intervista. Buona lettura.
01.Presentati ai lettori di Soundsgoodwebzine
Ciao! Sono Alessio e vengo da Livorno, una città che amo con tutto il cuore. Vi racconterò con grande piacere qualcosa in più su di me e sul mio nuovo album “Tutto può cambiare in un attimo”, uscito da qualche giorno. Questo album rappresenta il risultato di alcuni anni di lavoro per quello che è il mio progetto di musica inedita: Alessio Franchini e il Circolo dei Baccanali. Credo avremo modo di parlarne più avanti.
02.Come nasce un brano?
In vari modi. Ma la scintilla, il big bang è sempre lo stesso: le emozioni che mi arrivano dai momenti che vivo. Forse potrà sembrare una risposta un po’ banale o “commerciale”, ma in realtà è proprio così. Ogni brano che ho scritto fin ora è nato in questo modo. Ci sono dei momenti che mi creano un impeto emotivo, uno stato d’animo per cui sento la voglia o il bisogno di fissare tutto in un giro di chitarra o in appunti. Le situazioni che creano questa spinta sono le più svariate e impreviste. Può essere un dialogo con qualcuno, qualcosa che vivo direttamente, una riflessione, una canzone, un libro, un testo, un qualcosa che sento in televisione, una litigata….insomma davvero le più svariate. Quando succede sono davvero avvolto da un’onda emotiva che mi porta allo stato d’animo giusto. A quel punto cerco sempre un posto in cui essere da solo per registrare tutto in qualche modo. Il telefono è la cosa che utilizzo più spesso. Metto tutto nel registratore vocale: canticchio i riff di chitarra che mi sono venuti in mente oppure le melodia per la voce, l’intenzione che vorrei avesse il pezzo o anche descrivo a parole le sensazioni o le idee. Se ne ho la possibilità, prendo direttamente la chitarra e cerco di fare con le mani i riff che ho in mente. In ogni caso cerco di registrare tutto il più velocemente possibile perché sono sensazioni che svanisce rapidamente. Da questi appunti verbali, scritti o musicali, la prima cosa che sviluppo è la chitarra per dare una struttura definita al pezzo. Poi passo a lavorare sulla linea melodica e alla fine al testo.
03.Sei soddisfatto del tuo lavoro?
Onestamente: si. Sono sincero, le canzoni rappresentano a pieno il sound e i messaggi che avrei voluto avesse il mio primo disco. Al 100%.
04.Che cosa avresti voluto cambiare?
Come detto, del disco non cambierei niente. Questo non vuol dire assolutamente che quello che sto facendo sia perfetto o privo di aspetti da migliorare. Voglio solo dire che le canzoni del disco rappresentano pienamente quello che volevo comunicare negli anni in cui le ho scritte. E’ chiaro che adesso, anche se è passato poco tempo, la situazione è diversa, non fosse altro perché proprio queste canzoni mi hanno aiutato a sistemare cose della mia vita che erano da sistemare. Sono molto orgoglioso di questo mio primo lavoro. E non solo io! Al mio fianco ho un amico fraterno, Alessio Macchia, bassista dei Baccanali, che fin dall’inizio condivide con me ogni passaggio del nostro percorso. La scrittura della musica e dei testi parte da me, ma poi tutto il lavoro di arrangiamento lo facciamo insieme. Alessio crede tanto quanto me al progetto, tant’è che produciamo il tutto insieme e alla pari. E’ un enorme supporto per me, non ne potrei proprio fare a meno.
05.Dacci un tuo parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
Mah…devo dire che non conosco la situazione così a fondo da potermi esprimere. La mia impressione è che dilaghino però consensi per modi di cantare che deviano dalla direttrice evolutiva. Non sento ricerca o voglia di esplorare. Sento molte cose…piatte che mirano al personaggio piuttosto che alla musica. Non voglio fare il purista, credo che questo ci sia sempre un po’ stato. Mi sembra che adesso sia veramente all’estremo: non importa ciò che dici o che canti, basta che tu sia un personaggio. A me questo non interessa. Questo è anche dovuto alla macchina che muove la musica che cerca SOLO musica riconducibile a qualcuno o qualcos’altro. E questo sicuramente non aiuta. Dico queste cose per esperienza. Sono anche convinto però che il mondo reale non sia solo così. La macchina commerciale è un po’ come i partiti politici, mirano a spartirsi i voti dei votanti, usandoli. Infatti sono sempre meno le persone che comprano la musica perché percepiscono inconsciamente di essere usati e quindi annullano il valore della musica. La vivono come bicchierini di carta: bevi una volta e butti via. Come in politica, nessuno “perde tempo” a cercare di capire o ascoltare i bisogni dei NON votanti che forse, anche nel mercato musicale, sono la maggior parte delle persone. Io la vedo così. O forse mi piace pensarlo per mantenere acceso un barlume di speranza.
06.Concerti dal vivo in programma?
Il più possibile!! Adoro suonare dal vivo perché mi permette di comunicare direttamente con le persone. E’ una interazione ogni volta diversa ed è una sensazione indescrivibile, bellissima. Il disco è appena uscito, quindi credo che dalla primavera o poco dopo inizieremo il nostro tour. Ovviamente ne sarete informati e… confidiamo nel vostro aiuto! ;-)
07.Com'è nata la collaborazione con Mr.Gary?
La collaborazione con Gary è nata alcuni anni fa, quando nel 2008 ci siamo incontrati a Parigi all’Hard Rock Café per il tributo europeo a Jeff Buckley. Io ero l’unico ad avere Grace in scaletta e fu una cosa a cui fece caso. Due anni dopo venne a suonare al Velvet Club di Rimini e quando gli chiesero se volesse qualcuno a cantare con lui, chiese di quel ragazzo italiano che aveva fatto Grace a Parigi. Così mi contattarono e fu un grande piacere unirmi all’evento. Ero molto emozionato. Finito il soundcheck mi invitò, come suo vocalist, al tributo ufficiale a Jeff Buckley che si teneva l’anno dopo a New York e poi molti altri. Non riuscivo avvero a crederci. Da lì si sono susseguiti tanti concerti e tante occasioni davvero molto belle. Il più bel concerto fatto insieme è stato sicuramente quello al Paradiso, Amsterdam, il tempio europeo del rock. Già salire su quel palco aveva un sapore incredibile, tutti i miei idoli ci avevano suonato: Soundgarden, Pearl Jam, Ben Harper, molti altri tra cui lo stesso Jeff Buckley. A rendere il tutto emotivamente molto più impegnativo, sul palco con noi c’erano la Metropole Orchestra, l’orchestra più grande del mondo jazz (60 elementi, diretti tra gli altri da Ennio Morricone e che hanno accompagnato cantati del calibro di Ella Fitzgerald), e con la direzione di Steve Sidwell, direttore dell’apertura delle olimpiadi di Londra, vocal coach dei più grandi cantanti inglesi degli ultimi anni e Grammy Awarded per il musical Beautiful, dedicato a Carole King. Un concerto che non mi dimenticherò mai! Tutti questi bellissimi momenti vissuti insieme, per forza uniscono e sfociano in affinità e voglia di condividere qualcosa di più musicalmente. Da qui è nata “Expired Days” che è finita nel disco. A Gary è piaciuta talmente che ha voluto venirla a registrare di persona, con la sua chitarra, durante uno dei suoi tour europei, proprio a Livorno, nella mia città. Gary segue con me la stessa modalità che aveva con Jeff Buckley (un parallelismo che mi fa sempre un po’ impressione ogni volta che lo dico). Comunque, in tutto abbiamo quasi una decina di pezzi scritti insieme e chissà… magari un giorno potrebbe venirne fuori un disco!
08.Con chi ti piacerebbe andare in tour?
Eh…. Molti sarebbero gli artisti con cui vorrei andare in tour. Soprattutto stranieri. In Italia, mi piacerebbe sicuramente con Vinicio Capossela, con il quale ho già avuto la fortuna di condividere il palco e so che sarebbe un’esperienza importante, visto anche il profondo amore che condividiamo per Buckley; i Marta sui Tubi, a cui in realtà ho già fatto da open act, gli Afterhours, con Rodrigo D’Erasmo, con cui ho condiviso il palco una volta per un concerto molto affiatato, ma anche band come Zen Circus, Marlene Kuntz. Insomma, gruppi ognuno a loro modo alternativi. Potendo proprio sognare, colgo l’occasione per citare anche un cantante con cui mi piacerebbe molto cantare: Gino Paoli. Mi piace molto per il suo stile e rappresenta la testimonianza dell’incredibile Scuola Genovese, il punto di riferimento per chi come me si confronta con il cantare in italiano.
09.In definitva che cosa farai da grande?
Chi può dirlo? La mia vita è sempre stata un po’ come il mio segno zodiacale: i pesci, due identità in un’unica cosa. Non so quale potrà essere la loro convivenza. Ciò che cercherò di mantenere sempre è la libertà di scrivere e comunicare quello che voglio, nella modalità in cui mi sento più a mio agio. In una parola: scegliere, che è infatti una grande libertà.
Ad oggi il mio obiettivo è dare il massimo per questo album e cercare di farne un secondo. Poi si vedrà. Non faccio previsioni a lungo termine che un po’ mi spaventano. Anche perché, si sa, “Tutto può cambiare in un attimo”.
10.L'ultima parola a te.
Mah… non ho grandi capacità o tendenza marzulliane. Quindi colgo solo l’occasione per ringraziarvi per questa intervista, con la speranza di rimanere in contatto e avere molte altre occasioni.
A presto!
01.Presentati ai lettori di Soundsgoodwebzine
Ciao! Sono Alessio e vengo da Livorno, una città che amo con tutto il cuore. Vi racconterò con grande piacere qualcosa in più su di me e sul mio nuovo album “Tutto può cambiare in un attimo”, uscito da qualche giorno. Questo album rappresenta il risultato di alcuni anni di lavoro per quello che è il mio progetto di musica inedita: Alessio Franchini e il Circolo dei Baccanali. Credo avremo modo di parlarne più avanti.
02.Come nasce un brano?
In vari modi. Ma la scintilla, il big bang è sempre lo stesso: le emozioni che mi arrivano dai momenti che vivo. Forse potrà sembrare una risposta un po’ banale o “commerciale”, ma in realtà è proprio così. Ogni brano che ho scritto fin ora è nato in questo modo. Ci sono dei momenti che mi creano un impeto emotivo, uno stato d’animo per cui sento la voglia o il bisogno di fissare tutto in un giro di chitarra o in appunti. Le situazioni che creano questa spinta sono le più svariate e impreviste. Può essere un dialogo con qualcuno, qualcosa che vivo direttamente, una riflessione, una canzone, un libro, un testo, un qualcosa che sento in televisione, una litigata….insomma davvero le più svariate. Quando succede sono davvero avvolto da un’onda emotiva che mi porta allo stato d’animo giusto. A quel punto cerco sempre un posto in cui essere da solo per registrare tutto in qualche modo. Il telefono è la cosa che utilizzo più spesso. Metto tutto nel registratore vocale: canticchio i riff di chitarra che mi sono venuti in mente oppure le melodia per la voce, l’intenzione che vorrei avesse il pezzo o anche descrivo a parole le sensazioni o le idee. Se ne ho la possibilità, prendo direttamente la chitarra e cerco di fare con le mani i riff che ho in mente. In ogni caso cerco di registrare tutto il più velocemente possibile perché sono sensazioni che svanisce rapidamente. Da questi appunti verbali, scritti o musicali, la prima cosa che sviluppo è la chitarra per dare una struttura definita al pezzo. Poi passo a lavorare sulla linea melodica e alla fine al testo.
03.Sei soddisfatto del tuo lavoro?
Onestamente: si. Sono sincero, le canzoni rappresentano a pieno il sound e i messaggi che avrei voluto avesse il mio primo disco. Al 100%.
04.Che cosa avresti voluto cambiare?
Come detto, del disco non cambierei niente. Questo non vuol dire assolutamente che quello che sto facendo sia perfetto o privo di aspetti da migliorare. Voglio solo dire che le canzoni del disco rappresentano pienamente quello che volevo comunicare negli anni in cui le ho scritte. E’ chiaro che adesso, anche se è passato poco tempo, la situazione è diversa, non fosse altro perché proprio queste canzoni mi hanno aiutato a sistemare cose della mia vita che erano da sistemare. Sono molto orgoglioso di questo mio primo lavoro. E non solo io! Al mio fianco ho un amico fraterno, Alessio Macchia, bassista dei Baccanali, che fin dall’inizio condivide con me ogni passaggio del nostro percorso. La scrittura della musica e dei testi parte da me, ma poi tutto il lavoro di arrangiamento lo facciamo insieme. Alessio crede tanto quanto me al progetto, tant’è che produciamo il tutto insieme e alla pari. E’ un enorme supporto per me, non ne potrei proprio fare a meno.
05.Dacci un tuo parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
Mah…devo dire che non conosco la situazione così a fondo da potermi esprimere. La mia impressione è che dilaghino però consensi per modi di cantare che deviano dalla direttrice evolutiva. Non sento ricerca o voglia di esplorare. Sento molte cose…piatte che mirano al personaggio piuttosto che alla musica. Non voglio fare il purista, credo che questo ci sia sempre un po’ stato. Mi sembra che adesso sia veramente all’estremo: non importa ciò che dici o che canti, basta che tu sia un personaggio. A me questo non interessa. Questo è anche dovuto alla macchina che muove la musica che cerca SOLO musica riconducibile a qualcuno o qualcos’altro. E questo sicuramente non aiuta. Dico queste cose per esperienza. Sono anche convinto però che il mondo reale non sia solo così. La macchina commerciale è un po’ come i partiti politici, mirano a spartirsi i voti dei votanti, usandoli. Infatti sono sempre meno le persone che comprano la musica perché percepiscono inconsciamente di essere usati e quindi annullano il valore della musica. La vivono come bicchierini di carta: bevi una volta e butti via. Come in politica, nessuno “perde tempo” a cercare di capire o ascoltare i bisogni dei NON votanti che forse, anche nel mercato musicale, sono la maggior parte delle persone. Io la vedo così. O forse mi piace pensarlo per mantenere acceso un barlume di speranza.
06.Concerti dal vivo in programma?
Il più possibile!! Adoro suonare dal vivo perché mi permette di comunicare direttamente con le persone. E’ una interazione ogni volta diversa ed è una sensazione indescrivibile, bellissima. Il disco è appena uscito, quindi credo che dalla primavera o poco dopo inizieremo il nostro tour. Ovviamente ne sarete informati e… confidiamo nel vostro aiuto! ;-)
07.Com'è nata la collaborazione con Mr.Gary?
La collaborazione con Gary è nata alcuni anni fa, quando nel 2008 ci siamo incontrati a Parigi all’Hard Rock Café per il tributo europeo a Jeff Buckley. Io ero l’unico ad avere Grace in scaletta e fu una cosa a cui fece caso. Due anni dopo venne a suonare al Velvet Club di Rimini e quando gli chiesero se volesse qualcuno a cantare con lui, chiese di quel ragazzo italiano che aveva fatto Grace a Parigi. Così mi contattarono e fu un grande piacere unirmi all’evento. Ero molto emozionato. Finito il soundcheck mi invitò, come suo vocalist, al tributo ufficiale a Jeff Buckley che si teneva l’anno dopo a New York e poi molti altri. Non riuscivo avvero a crederci. Da lì si sono susseguiti tanti concerti e tante occasioni davvero molto belle. Il più bel concerto fatto insieme è stato sicuramente quello al Paradiso, Amsterdam, il tempio europeo del rock. Già salire su quel palco aveva un sapore incredibile, tutti i miei idoli ci avevano suonato: Soundgarden, Pearl Jam, Ben Harper, molti altri tra cui lo stesso Jeff Buckley. A rendere il tutto emotivamente molto più impegnativo, sul palco con noi c’erano la Metropole Orchestra, l’orchestra più grande del mondo jazz (60 elementi, diretti tra gli altri da Ennio Morricone e che hanno accompagnato cantati del calibro di Ella Fitzgerald), e con la direzione di Steve Sidwell, direttore dell’apertura delle olimpiadi di Londra, vocal coach dei più grandi cantanti inglesi degli ultimi anni e Grammy Awarded per il musical Beautiful, dedicato a Carole King. Un concerto che non mi dimenticherò mai! Tutti questi bellissimi momenti vissuti insieme, per forza uniscono e sfociano in affinità e voglia di condividere qualcosa di più musicalmente. Da qui è nata “Expired Days” che è finita nel disco. A Gary è piaciuta talmente che ha voluto venirla a registrare di persona, con la sua chitarra, durante uno dei suoi tour europei, proprio a Livorno, nella mia città. Gary segue con me la stessa modalità che aveva con Jeff Buckley (un parallelismo che mi fa sempre un po’ impressione ogni volta che lo dico). Comunque, in tutto abbiamo quasi una decina di pezzi scritti insieme e chissà… magari un giorno potrebbe venirne fuori un disco!
08.Con chi ti piacerebbe andare in tour?
Eh…. Molti sarebbero gli artisti con cui vorrei andare in tour. Soprattutto stranieri. In Italia, mi piacerebbe sicuramente con Vinicio Capossela, con il quale ho già avuto la fortuna di condividere il palco e so che sarebbe un’esperienza importante, visto anche il profondo amore che condividiamo per Buckley; i Marta sui Tubi, a cui in realtà ho già fatto da open act, gli Afterhours, con Rodrigo D’Erasmo, con cui ho condiviso il palco una volta per un concerto molto affiatato, ma anche band come Zen Circus, Marlene Kuntz. Insomma, gruppi ognuno a loro modo alternativi. Potendo proprio sognare, colgo l’occasione per citare anche un cantante con cui mi piacerebbe molto cantare: Gino Paoli. Mi piace molto per il suo stile e rappresenta la testimonianza dell’incredibile Scuola Genovese, il punto di riferimento per chi come me si confronta con il cantare in italiano.
09.In definitva che cosa farai da grande?
Chi può dirlo? La mia vita è sempre stata un po’ come il mio segno zodiacale: i pesci, due identità in un’unica cosa. Non so quale potrà essere la loro convivenza. Ciò che cercherò di mantenere sempre è la libertà di scrivere e comunicare quello che voglio, nella modalità in cui mi sento più a mio agio. In una parola: scegliere, che è infatti una grande libertà.
Ad oggi il mio obiettivo è dare il massimo per questo album e cercare di farne un secondo. Poi si vedrà. Non faccio previsioni a lungo termine che un po’ mi spaventano. Anche perché, si sa, “Tutto può cambiare in un attimo”.
10.L'ultima parola a te.
Mah… non ho grandi capacità o tendenza marzulliane. Quindi colgo solo l’occasione per ringraziarvi per questa intervista, con la speranza di rimanere in contatto e avere molte altre occasioni.
A presto!