1. Com'è nata la scelta del nome?
Uno dei miei autori preferiti è Lou Reed, dato che amo giocare con le parole lo chiamavo “lurido” per assonanza. Scherzando, dato che amo certe sonorità sporche ma arrangiamenti raffinati, con un gioco di parole da “maiale fine”, Mayall Fine.
2. Come nasce solitamente un tuo brano?
Suono perché non ne posso fare a meno, le idee nascono così, suonando. Gli stati d’animo mi fanno nascere e apprezzare certe melodie come ultimo passaggio di una vita di ascolti, più disparati. Le parole nascono generalmente da sentimenti che provo rispetto a quello che mi circonda, alle ingiustizie, alla bellezza e a tutto ciò che mi sembra profondamente umano.
3. Sei completamente soddisfatto del lavoro fatto con “Now”?
Ne sono entusiasta, rappresenta parte del mio estro creativo! Nel momento in cui è stato registrato era il lavoro migliore possibile, considerando che ho scritto la musica, le parole, cantato, arrangiato tutti gli strumenti, batterie e fiati inclusi.
4. C’è qualcosa che avresti voluto cambiare?
Oggi probabilmente lo farei suonare un po’ più rock, più chitarre... ma per questo ho già finito di registrare il prossimo album e sto pensando già al terzo. Sono un vulcano!
5. Dacci un tuo parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
Non ne ho una conoscenza approfondita. La mia impressione per quanto riguarda gli autori e musicisti è che badino più all’immagine che alla musica, che seguano troppo le mode del momento anziché anticiparle... ma è un vizio antico. Per quanto riguarda etichette e locali, sono pochi, male organizzati, un po’ per una questione di mentalità, un po’ per un contesto sociale, culturale ed economico che certo non aiuta. Mancano in definitiva tre ingredienti fondamentali: coraggio, fantasia e soprattutto poesia.
6. Concerti dal vivo in programma?
Sempre nei dintorni di Milano, il 18 suonerò con la band al completo al Masnada di Brugherio.
Attendiamo risposte per il Pistoia Blues.
7. Descrivici una tua giornata tipica prima di salire sul palco.
Tutto il lavoro è stato fatto nei giorni precedenti quindi mooolto relax, scaldo la voce, suono a casa e mi trovo a bere con i ragazzi che suonano con me.
8. Con chi ti piacerebbe andare in tour?
Oggi con Iggy Pop, trovo il suo ultimo album uno dei più autentici.
9. In definitiva oggi cosa risponderesti alla domanda “cosa farai da grande”?
Penso di esserlo già! Se per grande invece si intende realizzato e riconosciuto invece continuerò ad essere libero, autentico e curioso e lascerò che anche l’imprevedibile mi suggerisca la strada più giusta. Se facendo patti con il diavolo, ottenessi anche molto denaro, aprirei una piccola scuola di musica in ogni nazione più povera, perché la musica e la cultura in genere sono il più gande strumento per dare senso all’esistenza e quindi al miglioramento individuale e collettivo.
10. L'ultima parola a te.
Abbiamo bisogno di scambio e confronto, per questo non amo l’elettronica in musica. La trovo autocentrata, si è soli anche nella massa. Amo l’uomo con i suoi strumenti che reagiscono al tocco delle mani, al respiro. Potrebbe suonare passatista, ma per me è il futuro, riappropriarsi della propria umanità in modo autentico.
Uno dei miei autori preferiti è Lou Reed, dato che amo giocare con le parole lo chiamavo “lurido” per assonanza. Scherzando, dato che amo certe sonorità sporche ma arrangiamenti raffinati, con un gioco di parole da “maiale fine”, Mayall Fine.
2. Come nasce solitamente un tuo brano?
Suono perché non ne posso fare a meno, le idee nascono così, suonando. Gli stati d’animo mi fanno nascere e apprezzare certe melodie come ultimo passaggio di una vita di ascolti, più disparati. Le parole nascono generalmente da sentimenti che provo rispetto a quello che mi circonda, alle ingiustizie, alla bellezza e a tutto ciò che mi sembra profondamente umano.
3. Sei completamente soddisfatto del lavoro fatto con “Now”?
Ne sono entusiasta, rappresenta parte del mio estro creativo! Nel momento in cui è stato registrato era il lavoro migliore possibile, considerando che ho scritto la musica, le parole, cantato, arrangiato tutti gli strumenti, batterie e fiati inclusi.
4. C’è qualcosa che avresti voluto cambiare?
Oggi probabilmente lo farei suonare un po’ più rock, più chitarre... ma per questo ho già finito di registrare il prossimo album e sto pensando già al terzo. Sono un vulcano!
5. Dacci un tuo parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
Non ne ho una conoscenza approfondita. La mia impressione per quanto riguarda gli autori e musicisti è che badino più all’immagine che alla musica, che seguano troppo le mode del momento anziché anticiparle... ma è un vizio antico. Per quanto riguarda etichette e locali, sono pochi, male organizzati, un po’ per una questione di mentalità, un po’ per un contesto sociale, culturale ed economico che certo non aiuta. Mancano in definitiva tre ingredienti fondamentali: coraggio, fantasia e soprattutto poesia.
6. Concerti dal vivo in programma?
Sempre nei dintorni di Milano, il 18 suonerò con la band al completo al Masnada di Brugherio.
Attendiamo risposte per il Pistoia Blues.
7. Descrivici una tua giornata tipica prima di salire sul palco.
Tutto il lavoro è stato fatto nei giorni precedenti quindi mooolto relax, scaldo la voce, suono a casa e mi trovo a bere con i ragazzi che suonano con me.
8. Con chi ti piacerebbe andare in tour?
Oggi con Iggy Pop, trovo il suo ultimo album uno dei più autentici.
9. In definitiva oggi cosa risponderesti alla domanda “cosa farai da grande”?
Penso di esserlo già! Se per grande invece si intende realizzato e riconosciuto invece continuerò ad essere libero, autentico e curioso e lascerò che anche l’imprevedibile mi suggerisca la strada più giusta. Se facendo patti con il diavolo, ottenessi anche molto denaro, aprirei una piccola scuola di musica in ogni nazione più povera, perché la musica e la cultura in genere sono il più gande strumento per dare senso all’esistenza e quindi al miglioramento individuale e collettivo.
10. L'ultima parola a te.
Abbiamo bisogno di scambio e confronto, per questo non amo l’elettronica in musica. La trovo autocentrata, si è soli anche nella massa. Amo l’uomo con i suoi strumenti che reagiscono al tocco delle mani, al respiro. Potrebbe suonare passatista, ma per me è il futuro, riappropriarsi della propria umanità in modo autentico.