Ciao ragazzi, domanda di rito:
01) Com'è nata la scelta del nome?
Il nome del gruppo prende spunto da uno dei nostri testi, in particolare il testo di A.S.T.R.A.Y., in cui si descrive lo stato "alterato" dell'ispirazione artistica. Il protagonista cerca l'ispirazione finendo per porsi in una prospettiva diametralmente opposta a quella ordinaria, trovandosi sul suolo lunare a guardare la terra (Earth) che tramonta (set): in una frase "the Earthset from the Moon". Abbiamo poi deciso di condensare il concetto nel solo "tramonto di terra" quindi Earthset. È un nome che racchiude tutto ciò che noi siamo e vogliamo essere per l'ascoltatore e per noi stessi: un cambio di prospettiva assoluto.
02) Come nasce un brano?
Dipende molto dal brano. Può essere un'idea di uno di noi che poi sviluppiamo insieme, oppure nascere a tavolino in una delle nostre serate di scrittura, oppure in sala prove...non esiste una formula precisa. Quello che gli conferisce poi l'impronta Earthset è il lavoro di arrangiamento che facciamo sempre tutti e quattro insieme. Ci teniamo molto a lavorare
sui brani in scrittura a casa, passando la serata insieme e provando varie soluzioni di armonizzazione della parte strumentale, facendo centinaia di micro registrazioni sui possibili sviluppi...lo stesso per i testi. Insomma è un "parto" collettivo.
03) Siete soddisfatti del vostro lavoro?
Abbastanza. Siamo soddisfatti di come abbiamo lavorato sinora alla scrittura dei brani. Siamo soddisfatti di aver creato una vera e propria "squadra" per la produzione del disco, coinvolgendo Carlo Marrone ed Enrico Capalbo che ci hanno supportato e "sopportato" soprattutto in sede di registrazione e mix. Ma anche Laura Molinaro, che ha curato l'immagine del gruppo con le sue foto ed ha partecipato al disco con dei delicatissimi inserti di pianoforte. Senza dimenticare Claudio Adamo, che ci ha seguito nei giorni delle registrazioni ed ha curato il mastering insieme ad Enrico. Tutto questo ha creato rapporti umani che proseguono anche fuori dal contesto "gruppo", cosa della quale siamo molto felici. Siamo soddisfatti delle registrazioni dei brani, anche perché l'intero disco è stato registrato alla vecchia maniera del rock, cioè dal vivo, in soli tre giorni. Perché questo fosse possibile abbiamo dovuto lavorare molto sulle esecuzioni, migliorando come musicisti e mettendoci alla prova. Così come siamo soddisfatti del rapporto con Paolo Messere della Seahorse Recordings, che ha capito il nostro lavoro e ci sta credendo. Per cui, fuori da false modestie e discorsi paraculo, siamo molto soddisfatti del nostro lavoro.
04) Come sono i riscontri della critica su "In a State of Altered Unconsciousness"?
Per ora ci sembrano abbastanza positivi, ma è ancora troppo presto per fare un bilancio. Trattandosi di un esordio, molti si sono stupiti della maturità della scrittura, qualcuno della freschezza e della "testa" che c'è in questo disco, cosa che ci fa molto piacere.
05) Dateci un vostro parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
Resta un fenomeno marginale nel paese. Purtroppo il pubblico "indie" in Italia è davvero troppo esiguo per riuscire a supportare le band italiane. D'altro canto, l'offerta musicale, salvo rare eccezioni, è povera di idee, soprattutto a livello di scrittura musicale e attraversata da un certo "conformismo" di massima. Per cui, checché se ne dica, non sta mica tanto bene.
06) Concerti dal vivo? Ne fate?
Sì, riusciamo a suonare abbastanza, anche se ma vorremmo fare di più fuori dalla nostra città. Per ora ci siamo presi una breve pausa perché stiamo preparando l'uscita del disco...Una volta uscito non vediamo l'ora di portarlo in giro dal vivo.
07) Vi frequentate anche al di fuori del contesto "Earthset"?
Ovviamente sì...il gruppo è la nostra passione ed assorbe gran parte della nostra vita al momento...Ma è servito innanzitutto a creare una bella amicizia che lega tutti e quattro. Essendo studenti è stato anche facile creare un "giro" di amicizie comuni, per cui sì, siamo una band, ma non solo.
08) Progetti futuri?
Beh, come già detto, attualmente pensiamo all'uscita del disco e speriamo di suonarlo il più possibile. Nel frattempo continuiamo a scrivere e a buttar giù idee per il secondo capitolo.
09) Dunque che cosa vi piacerebbe fare da grandi?
Abbiamo venticinque anni a testa e ci sentiamo già abbastanza grandi...Vorremmo continuare a fare musica perché abbiamo ancora molto da dire.
10) l'ultima parola a voi!
L'ultima parola spetta al pubblico. Noi possiamo solo affidar loro questo piccolo pezzo di noi ed invitarli a seguirci dal vivo, perché è lì che diamo il massimo. Il 5 novembre saremo all'Arterìa di Bologna per il release party ufficiale, in cui eseguiremo per la prima volta il disco per intero. Stay altered!
01) Com'è nata la scelta del nome?
Il nome del gruppo prende spunto da uno dei nostri testi, in particolare il testo di A.S.T.R.A.Y., in cui si descrive lo stato "alterato" dell'ispirazione artistica. Il protagonista cerca l'ispirazione finendo per porsi in una prospettiva diametralmente opposta a quella ordinaria, trovandosi sul suolo lunare a guardare la terra (Earth) che tramonta (set): in una frase "the Earthset from the Moon". Abbiamo poi deciso di condensare il concetto nel solo "tramonto di terra" quindi Earthset. È un nome che racchiude tutto ciò che noi siamo e vogliamo essere per l'ascoltatore e per noi stessi: un cambio di prospettiva assoluto.
02) Come nasce un brano?
Dipende molto dal brano. Può essere un'idea di uno di noi che poi sviluppiamo insieme, oppure nascere a tavolino in una delle nostre serate di scrittura, oppure in sala prove...non esiste una formula precisa. Quello che gli conferisce poi l'impronta Earthset è il lavoro di arrangiamento che facciamo sempre tutti e quattro insieme. Ci teniamo molto a lavorare
sui brani in scrittura a casa, passando la serata insieme e provando varie soluzioni di armonizzazione della parte strumentale, facendo centinaia di micro registrazioni sui possibili sviluppi...lo stesso per i testi. Insomma è un "parto" collettivo.
03) Siete soddisfatti del vostro lavoro?
Abbastanza. Siamo soddisfatti di come abbiamo lavorato sinora alla scrittura dei brani. Siamo soddisfatti di aver creato una vera e propria "squadra" per la produzione del disco, coinvolgendo Carlo Marrone ed Enrico Capalbo che ci hanno supportato e "sopportato" soprattutto in sede di registrazione e mix. Ma anche Laura Molinaro, che ha curato l'immagine del gruppo con le sue foto ed ha partecipato al disco con dei delicatissimi inserti di pianoforte. Senza dimenticare Claudio Adamo, che ci ha seguito nei giorni delle registrazioni ed ha curato il mastering insieme ad Enrico. Tutto questo ha creato rapporti umani che proseguono anche fuori dal contesto "gruppo", cosa della quale siamo molto felici. Siamo soddisfatti delle registrazioni dei brani, anche perché l'intero disco è stato registrato alla vecchia maniera del rock, cioè dal vivo, in soli tre giorni. Perché questo fosse possibile abbiamo dovuto lavorare molto sulle esecuzioni, migliorando come musicisti e mettendoci alla prova. Così come siamo soddisfatti del rapporto con Paolo Messere della Seahorse Recordings, che ha capito il nostro lavoro e ci sta credendo. Per cui, fuori da false modestie e discorsi paraculo, siamo molto soddisfatti del nostro lavoro.
04) Come sono i riscontri della critica su "In a State of Altered Unconsciousness"?
Per ora ci sembrano abbastanza positivi, ma è ancora troppo presto per fare un bilancio. Trattandosi di un esordio, molti si sono stupiti della maturità della scrittura, qualcuno della freschezza e della "testa" che c'è in questo disco, cosa che ci fa molto piacere.
05) Dateci un vostro parere sulla situazione attuale della musica indipendente in Italia!
Resta un fenomeno marginale nel paese. Purtroppo il pubblico "indie" in Italia è davvero troppo esiguo per riuscire a supportare le band italiane. D'altro canto, l'offerta musicale, salvo rare eccezioni, è povera di idee, soprattutto a livello di scrittura musicale e attraversata da un certo "conformismo" di massima. Per cui, checché se ne dica, non sta mica tanto bene.
06) Concerti dal vivo? Ne fate?
Sì, riusciamo a suonare abbastanza, anche se ma vorremmo fare di più fuori dalla nostra città. Per ora ci siamo presi una breve pausa perché stiamo preparando l'uscita del disco...Una volta uscito non vediamo l'ora di portarlo in giro dal vivo.
07) Vi frequentate anche al di fuori del contesto "Earthset"?
Ovviamente sì...il gruppo è la nostra passione ed assorbe gran parte della nostra vita al momento...Ma è servito innanzitutto a creare una bella amicizia che lega tutti e quattro. Essendo studenti è stato anche facile creare un "giro" di amicizie comuni, per cui sì, siamo una band, ma non solo.
08) Progetti futuri?
Beh, come già detto, attualmente pensiamo all'uscita del disco e speriamo di suonarlo il più possibile. Nel frattempo continuiamo a scrivere e a buttar giù idee per il secondo capitolo.
09) Dunque che cosa vi piacerebbe fare da grandi?
Abbiamo venticinque anni a testa e ci sentiamo già abbastanza grandi...Vorremmo continuare a fare musica perché abbiamo ancora molto da dire.
10) l'ultima parola a voi!
L'ultima parola spetta al pubblico. Noi possiamo solo affidar loro questo piccolo pezzo di noi ed invitarli a seguirci dal vivo, perché è lì che diamo il massimo. Il 5 novembre saremo all'Arterìa di Bologna per il release party ufficiale, in cui eseguiremo per la prima volta il disco per intero. Stay altered!